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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via Mazzarino [1] già vicolo Mazzarini (R. I – Monti)  (oggi da via Nazionale a via Panisperna)

La via ha preso il nome dal palazzo,  che ha l’ingresso sull’attuale via XXIV maggio, ex via del Quirinale (vicus Cameliorum), acquistato dal cardinale Giulio Mazzarino (1602-1661)

Sul posto ove è adesso il palazzo, v’erano, nel XVI secolo, dei fienili ed un piccolo fabbricato che dava comunicazione alle terme e al portico di Costantino.

Palazzo Mazzarino-Rospiglosi-Pallavicini - Fu nel primo quarto del secolo seguente (XVII sec.) che il cardinale Scipione Borghese (ex Cafarelli) fece demolire [2] fienile e fabbricato, parte delle terme costantiniane e la chiesa e convento detto di S. Salvatore de Cornutis (XIV sec.), corruzione forse di “de' Cornelis”, (proveniente dal prossimo vicus Corneliorum) per costruire (1603) il palazzo.
La chiesa fu anche detta in Criptis e de Caballo, certo dalle rovine e dai cavalli delle terme..
Il palazzo passò  al duca Giovanni Angelo Altemps, indi al cardinale Guido Bentivoglio (che l’acquistò dal duca nel 1619) e, successivamente ai Lante, a Mazzarino (che lo acquistò il 23 marzo 1641) [3] che ne fece un alloggio per i personaggi in visita ufficiale a Roma (tra i quali Cristina di Svezia [4]). Vi abitarono i Mazzarino che lo rivendettero (1704) ai Rospigliosi-Pallavicini che tuttora lo posseggono [5].

Villa Aldobrandini - Nella seconda parte della via, verso Panisperna [6] la villa Aldobrandini [7] col palazzo da loro eretto.

Gli Aldobrandini vennero a  Roma  sotto Paolo III (Alessandro Farnese - 1534-1550), alloggiarono a Ponte ed ebbero la cittadinanza romana nel 1550.

Silvestro Aldobrandini (1499-1558), il padre del futuro pontefice Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini - 1592-1605), era un giurista [8] espulso da Firenze perché partigiano dei Medici.

La villa [9], sopra un terreno degli Acciaiuoli passato ai Vitelli, fu acquistata dagli Aldobrandini di cui si estinse (+1637) la casata con donna Olimpia  Aldobrandini-Pamphili.

Il nome tornò in essere quando Francesco Borghese (1776-1839), VII principe di Sulmona, figlio di Marcantonio IV Borghese (1730-1800) e di  Anna Maria Salviati (1752-1809) [10], sposò Adèle Marie Hortence La Rochefoucauld (1793-1877) da cui ebbe una figlia, Marie Anne Louise Borghese (1812-1838) che sposò, a sua volta, il duca di Montemart (1804-1885) e due figli per i quali ottenne che il primo figlio, Marco Antonio (1814-1886), fosse un Borghese; il secondo, Camillo Francesco Giovanni Battista Melchiorre (1816-1902) [11], un Aldobrandini; ed il terzo, Scipione Borghese (1823-1892), duca di Salviati. Fu così che gli Aldobrandini tornarono in essere nel 1839. (La villa romana è stata acquistata nel 1929 dal governo fascista).

Chiesa di Sant’Agata dei Goti - Sempre sulla Via Mazzarino, all’angolo con via Panisperna, si trova la diaconia di Santa Agata dei Goti [12] che nel VI secolo si chiamò degli Ariani [13].

Fu fondata e decorata sotto Ricimero [14] (405-472), che ne adornò l’abside di mosaici : “Fl. Ricimer. V.I. Magister. Utriusque. Militiae. Patricius. Et. Excons. Ord. Pro. Voto. Suo. Adornavit” e nella chiesa volle essere sepolto.

Quando Totila occupò Roma (546 e 549), i Goti ebbero il quartiere militare dell’antica città che si stendeva a sud-est del Celio e sull’Esquilino circa “ad duos lauros" e fecero diventare chiese nazionali Santa Agata e San Severino "iuxta domum Merulanam regione III”.

Sconfitti i Goti da Narsete, Gregorio Magno (590-604) restituì la chiesa di Sant’Agata al culto cattolico consacrandola nuovamente, e nel secolo VIII, Santa Agata aveva annesso un monastero che vi restò fino al XVI secolo quando la diaconia, diventata collegiata, fu nel 1567 data da Pio V (Antonio Michele Ghislieri - 1566-1572) agli Umiliati [15] che però furono poco dopo soppressi per l’attentato [16] compiuto su san Carlo Borromeo per le riforme [17] concretate insieme al Pontefice.

Nel 1579, entrarono nella chiesa i Benedettini di Montevergine, nel 1644, un collegio per i Tifernati [18], Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti - 1846-1878)  la concesse al Collegio Irlandese [19] e, finalmente nel 1927, Pio XI (Achille Ratti - 1922-1939) assegnò il collegio ai padri Stimatini.

____________________

[1] )            La via si chiamò anche vico di S. Saturnino e via Marcellini per la casa che vi possedeva un Giovanni di quella casa. Il Cardinale Giulio Mazzarini morì a Vincennes nel 1661 e fu scritto per lui: “Ici gît le cardinal Jule  qui pour se faire pape amassa force ecus – il avait bien ferré sa mule – mais il ne monta pas dessus”.  Lo stesso ematico che aveva guarito Luigi XIV, gravemente ammalato a Calais, procurò la morte di Mazzarino. Si disse allora che quella medicina aveva salvato due volte la Francia.

[2]              Fu  ugualmente  demolita  la  chiesa  di  S.  Maria del Rifugio (vedi via delle Vergini - Trevi).

[3] )             “V’erano 3 cortili, uno per la cavallerizza, l’altro pel gioco del pallone, ed il terzo per quello della pilotta”.

[4] )           Quando la regina tornò a Roma nel 1658, dopo che se ne era allontanata nel 1656,  il Cardinale l’alloggiò nel suo palazzo di via Mazzarino. Si legge nel manoscritto 6367 Barberini: "Gionse qui la Regina di Svezia, mercoledì a hora di desinare, andando a smontare nel Palagio Mazzarino e sopra del Quirinale, nel gran cortile del quale due giorni prima fu fatto rigoroso precetto al pallonaro che in avvenire non più vi andasse, né lui né altri a tenere il gioco di pallone per evitare confusioni, e pericoli di rumori". E prosegue "25 maggio 1658 - La regina di Svezia per secondare, come credesi, il genio del Papa ha cominciato a tenere serrato il portone principale del suo palazzo per non dominare tanto il Quirinale, contentandosi di tenere solo aperta la porta di fianco".

[5] )             In questa strada (in epoca romana abitazione dei Corneli) erano le case di Pomponio Leto (1428-1498), del Platina (1421-1481) e più tardi del Lascaris (1476-1493), ed ivi si radunava la “Accademia Romana” sorta per iniziativa di Pomponio e detta “La Compagnia dei Letterati”.

[6] )            La villa Aldobrandini, là dove era il terrapieno col quale terminava a sud l’edificio delle Terme Costantiniane, era dotata di un giardino piantato sui magazzini di L. Nevio Clemente, i cui ruderi sono in parte visibili lungo la via Mazzarino di fronte alla Banca d’Italia. I magazzini furono costruiti alla fine del I secolo d.C. e restaurati più volte in epoca traianea e severiana. Il complesso venne poi coperto dal terrapieno sul quale sorsero le terme di Costantino

[7] )            La pittrice Vigée Lebrum venuta a Roma nel 1789 scriveva che dalla Villa Aldobrandini si ammirano: "gli acquedotti che traversano la campagna di Roma e in fondo il mare e la bella linea degli Appennini…".

[8] )            Fu scelto da Paolo IV (Gian Pietro Carafa - 1555-1559) come consigliere per le questioni fiscali e criminali.

[9] )            I ruderi che fronteggiano il lato sinistro del palazzo della Banca d’Italia e sui quali si svolge la scala che porta al parco Aldobrandini, sono una fila di ambienti trapezoidali con porte rettangolari e aperture arcuate del sec. II e III.

[10] )           Ultima della casata Salviati.

[11] )           Sposò Paolina Buonaparte (1780-1825) nel 1803 a Mortefontaine (Francia). 

[12] )           La chiesa era detta anche “in Subura” o “de Subura”.

[13] )           Fra la villa e la chiesa di S. Agata, si trovava la ”fonte di Prova”. Sorgente assai frequentata nel Medioevo

[14] )           Politico e generale dell’Impero romano d’occidente, goto, fu l’effettivo detentore del potere a Roma, negli anni 460 d.Ch..

[15] )           Quello degli Umiliati fu un movimento religioso che fiorì in Lombardia ed nel nord Italia durante lo sviluppo industriale del XII - XIII secolo.

[16] )           Un membro dell’ordine, Gerolamo Donato, detto il Farina, tentò di assassinare il vescovo Carlo Borromeo con un colpo di archibugio.

[17] )           La Controriforma.

[18] )           Abitanti di Città di Castello.

[19] )           Il Collegio, trasferito poi in via dei Santi Quattro, ha conservato il cuore di Daniel O’Connell (1775-1847) . O’Connel, morto a Genova nel 1847, lasciò per testamento il suo cuore a Roma: “Quel cuore potente che regolava la pulsazione dei cuori di tutto un popolo, uopo è, che s’abbia romana custodia là dove or si pare che quasi a ricovero, rimanga nella chiesa dei suoi Irlandesi”.

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Lapidi, Edicole e Chiese lungo la via:

- Chiesa di Sant’Agata dei Goti

- La Villa Aldobrandini

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